Con il termine benchmark, o meglio benchmarking ci si riferisce a un confronto sistematico adoperato da un’azienda con le altre leader del settore per apprendere quali aspetti migliorare e rendere vincente la propria azienda.
QUANDO NASCE?
Il benchmark nasce alla fine degli anni settanta, ad opera di Robert Camp che, per migliorare le prestazioni della funzione logistica della Xerox Corporation, adoperò un confronto con le migliori aziende del settore.
Da allora il beanchmark è diventata una prassi comune alle aziende alla ricerca aspetti da migliorare o idee da cui prendere spunto.
Al giorno d’oggi esistono diverse tipologie di bencmark, le più importanti sono:
– Benchmarking interno: Il più economico ma il meno funzionale, consiste nel adoperare confronti nei diversi settori della stessa azienda.
– Benchmarking competitivo: uno dei migliori in quanto consiste nel adoperare confronti tra aziende dello stesso settore, le probabilità di trovare aspetti da migliorare o idee da cui prendere spunto sono alte e il costo è relativamente basso.
– Benchmarking funzionale: Aiuta l’azienda nella ricerca di collaborazioni e soluzioni innovative, ma è molto costoso sia a livello economico che di tempo.
– Benchmarking globale: Analizza aziende leader indipendentemente dal settore, il risultato è un’analisi dettagliata in tutti i campi, ma i costi sono alti e i tempi lunghi.
– Benchmarking energetico: confronta i consumi energetici tra le aziende, è regolata È regolato dalla norma UNI CEI EN 16231:2012.
A COSA SERVE IL BENCHMARK
Il beanchmark è fondamentale a rinnovare l’azienda o a migliorare determinati aspetti che non funzionano come dovrebbero.
Il beanchmark viene effettuato impostando dei parametri comuni a tutti gli aspetti che si vogliono considerare e per ognuno di questi aspetti assegnare un valore numerico o percentuale.
Il beanchmark può essere effettuato dall’azienda in maniera autonoma o tramite società di ricerca di mercato. La seconda soluzione è sicuramente la più gettonata in quanto con un costo leggermente maggiore si ha la certezza di avere una panoramica più ampia e sicura.
Solitamente i vari parametri vengono analizzati con campioni presi a cadenza mensile, questa strategia permette di analizzare l’azineda nel tempo e di non fossilizzarsi in un determinato momento.
Oggetto del confronto sono le aziende leader del settore, così da analizzare i punti di forza che l’hanno resa tale e importarli in casa propria. Non sempre questo è fattibile in quanto spesso bisogna fare i conti con le abitudini o gli aspetti caratterizzanti della propria azienda, quindi più che copiare si tende a adattare un metodo vincente alla propria azienda.
Il benchmark può essere effettuato confrontando l’azienda con la migliore per ogni parametro analizzato (ad esempio con la migliore azienda sul piano logistico) oppure con un best-in-class, ossia un’azienda che nell’insieme, ha i valori massimi in quasi tutti gli aspetti considerati.
A differenza del primo metodo, il best-in-class sarà quindi un’azienda dello stesso settore di quella che si vuole migliorare.
Non esiste un metodo migliore, dipende tutto dalla finalità del benchmark, se si intende adoperare un cambiamento confrontarsi con la best-in-class è la strategia vincente, mentre se si intende migliorare un’aspetto in particolare il primo metodo è la strategia ideale.
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