Ciao e benvenuto nel blog di Hotlead, la 1° agenzia pubblicitaria specializzata nel marketing diretto e nella lead generation. Sei qui perchè hai spesso sentito parlare di buzz marketing e vuoi capire meglio cos’è, magari partendo dal conoscere la definizione, alcuni esempi di buzz marketing e le opinioni che gli esperti di digital hanno su questo modo di promuoversi.
ll buzz marketing è una tecnica di viral marketing focalizzata sulla massimizzazione del passaparola, verso una specifica campagna o prodotto, sia attraverso conversazioni tra familiari e amici dei consumatori, sia attraverso discussioni su più larga scala sulle piattaforme dei social media. Un’azienda che attua il buzz marketing, consentendo ai consumatori di parlare dei propri prodotti e servizi, cerca di accrescere proprio nei consumatori la consapevolezza nel prodotto, misurandola analizzando la crescita del traffico online e l’aumento di vendite e profitti.
Un esempio interessante per far comprendere le dinamiche del buzz marketing, potrebbe essere quello che vede un’azienda promuovere un prodotto partecipando a un evento di qualunque genere (spettacolo, cena etc etc), consentendo ai consumatori di poter provare il prodotto; incoraggiandoli a condividere l’ esperienze appena fatta attraverso conversazioni quotidiane o online.
Il buzz marketing è in genere guidato da “influencer” o early adopter di un prodotto, desiderosi di condividere le proprie opinioni sul prodotto in questione e di avviare in modo proattivo le conversazioni su di esso. Queste persone in genere hanno stabilito presenze online e ampi seguiti su piattaforme di social media come Facebook e Twitter e possiedono potere e molta influenza sulla base di follower. Le opinioni degli influencer vengono notate più facilmente e possono avere un effetto positivo sulle vendite e sulla conoscenza del prodotto. I marketer mirano a radunare questi influenzatori per creare interesse per i loro prodotti; alcuni di loro, prendono di mira persone conosciute come “connettori” o personalità di grande nome e celebrità che possono prestare credibilità immediata e esposizione ad un prodotto. I marketer in cerca di un grande salto di consapevolezza per un prodotto cercheranno vari connettori, mirando ad una scossa istantanea di rilevanza sociale.
Nel mondo del marketing a metà degli anni 80 fu coniato il termine Astroturfing. Tale tecnica dietro pagamento, utilizza persone in modo tale che queste ultime possano creare un sentiment positivo su un prodotto, un brand o una campagna. L’astroturfing è una tecnica che punta ad alterare la percezione dei consumatori riguardo le qualità di un bene o servizio. Alla base dell’Astroturfing c’è l’idea che la percezione positiva nella mente dei consumatori, possa essere influenzata dalla lettura di molti giudizi positivi. Praticamente si punta a costruire una base di giudizi positivi partendo dal basso, tra le masse, cercando di influenzare le stesse per creare un giudizio positivo di un bene o servizio.
Il social media marketing è un componente principale del buzz marketing. Facebook e Twitter sono due delle principali piattaforme di social network su cui le aziende cercano di mantenere una notevole presenza. Utilizzando questi e altri siti di social media più piccoli, le aziende possono interagire con i clienti, ricevere feedback, risolvere problemi o le preoccupazioni e promuovere i loro prodotti e servizi.
Coltivando un ricco insieme di contenuti condivisibili e accumulando un forte seguito su questi siti, i consumatori possono ottenere i materiali necessari direttamente dall’azienda e cosa ancora più importante, consentire all’azienda di avere un dialogo in tempo reale con i propri elettori per promuovere un’atmosfera in cui i clienti possano sentirsi apprezzati e informati.
Esempi di marketing Buzz includono le aziende che creano video online, solitamente incentrati su qualcosa di umoristico, controverso, insolito o oltraggioso, che sperano di suscitare scalpore e convincere la gente a parlarne, condividendolo attraverso i social media e aumentando le visualizzazioni su siti come YouTube. Le aziende cercheranno quindi di capitalizzare la popolarità dei contenuti promuovendo il prodotto sui social media, creando un hashtag nella speranza di diventare un “argomento di tendenza” o incoraggiando i consumatori a scaricare altri contenuti per incoraggiare ulteriormente il coinvolgimento dei clienti.
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