Comunicare, fin dalla nascita l’uomo ha avuto un esigenza comunicativa, bisogno primario che l’ha accompagnato per tutta la sua millenaria storia. Ma come avviene la comunicazione?
Il modo di comunicare è andato incontro a molteplici cambiamenti, la nascita della letteratura, le rivoluzioni popolari, le due Rivoluzioni Industriali, sono solo alcune degli avvenimenti storici che hanno avvicinato il pubblico alla letteratura e soprattutto ai giornali, principale e primordiale veicolo comunicativo.
La televisione e subito dopo Internet, hanno cambiato in maniera irreversibile il concetto di comunicazione. La televisione si è occupata principalmente della pubblicità come mezzo di trasmissione di messaggi, Internet ha portato alla creazione di blog e di social network e quindi a un nuovo modo di leggere le notizie.
Il modo in cui questi strumenti vengono usati ha portato fondamentalmente alla creazione di due diverse arti comunicative: Broadcasting e Narrowcasting, la prima per la comunicazione di massa, la seconda per la comunicazione specifica. Le differenze tra queste due tipologie di comunicazioni sono varie e sostanziali, per capirle risulta fondamentale analizzare in dettaglio il Narrowcasting e il Broadcasting.
Per Narrowcasting ci si riferisce a una comunicazione indirizzata a un pubblico ristretto ma estremamente preparato.
In gergo giornalistico e pubblicitario, si afferma che l’audience è minore, tuttavia risulta essere fissa e interessata all’argomento trattato.
tipiche del Narrowcasting sono le riviste specializzate, esistenti da secoli e che mirano a un pubblico minore rispetto ai giornali quotidiani che presentato diverse sezioni.
Prendiamo ad esempio una rivista sportiva, colui che la compra troverà sia articoli che pubblicità legate al mondo dello sport, l’azienda che sceglie di farsi pubblicità su una rivista del genere opera una scelta concettuale, ossia preferisce avere un audience minore, ma di potenziali clienti, appassionati al mondo dello sport. Ecco verificata la formula detta a inizio paragrafo pubblico ristretto ma specializzato.
Tuttavia questo non è l’unico Pro a cui l’azienda che preferisce una comunicazione del genere va incontro, i potenziali clienti potrebbero divenire abituali, in quanto lettori abituali di quella rivista.
In ottica Internet, espressione di tale arte comunicativa sono i Blog, spazi in cui uno o più scrittori discutono con gli utenti di un determinato tema.
Il Narrowcasting in questo caso mostra la possibilità di confronto con persone che ne sanno quanto lo scrittore, si parla dunque di lettore attivo termine cardine per il concetto stesso di Narrowcasting: è il lettore a spingere tramite le sue richieste e le sue domande, alla creazione di articoli su temi specifici.
Questo appena presentato è solo uno dei tantissimi esempi di Narrowcasting, fondamentale in quanto ci permette di capire quanto concetti che ci sembrano estranei, in realtà ci circondano e sono parte attiva della nostra vita e degli acquisti che ogni giorno facciamo.
Ma il Narrowcasting non affonda le sue radici solo ed esclusivamente in ambito giornalistico, è un’arte comunicativa che approda in più ambiti.
Per quanto concerne la televisione, simbolo del Narrowcasting è la pay per view (italianizzato in paga e vedi), una tipologia di televisione in cui solo un abbonamento mensile, semestrale o annuale, permette di vedere canali specializzati su determinati temi: Mediaset Premium e Sky per quanto concerne il cinema, lo sport e i documentari; Netflix per quanto concerne i film e le serie Tv; Dazn per lo sport; Spotify per la musica, sono solo alcuni dei tantissimi canali a pagamento, che sfruttano la televisione o Internet come veicolo per raggiungere l’utente finale.
L’offerta che questi canali presentano è totalmente diverse da quella che la televisione classica, le radio o i canali presenti su Internet, solitamente presenta. Ognuno di esso si specializza e punta su una cerchia ristretta di utenti, ma abituali.
Netflix ne è la prova lampante, tanto da diventare in poco tempo un vero e proprio fenomeno studiato sia da economisti che da esperti di comunicazione. Inizialmente nessuno riusciva a spiegarsi il suo successo, e si credeva che sarebbe durato per poco tempo, con il passare del tempo e con l’entrata in borsa, i critici si sono resi conto che Netflix rappresenta una nuova frontiera per la comunicazione. È forse il primo, se non l’unico caso, in cui la politica di Narrowcasting, non è rivolta a una stretta cerchia di abituali, termine del tutto riduttivo vista la mole di iscritti al servizio.
Analoga rivoluzione ma in campo musicale è stata portata da Spotify, piattaforma musicale che ha cambiato il modo in cui gli artisti (soprattutto i più giovani) fanno musica.
Presenta (seppur in forma ristretta) anche in versione gratuita, è un mezzo comunicativo che, come Netflix, ha portato al massimo le potenzialità del Narrowcasting.
Parlando di Internet non si può non citare i Social Media e tra questi Instagram social media di proprietà di Zuckerberg, primo in classifica tra i più usati.
L’idea alla base di Instagram è il Narrowcasting, in quanto propone contenuti divisi in categorie in base ai “mi piace” lasciati dall’utente, così facendo il tempo di permanenza sull’App risulta essere elevato, anche le pubblicità seguono questo principio, in base agli acquisti che si effettuano o alle pagine che si seguono verranno proposte pubblicità e sconti per indirizzare l’utente verso un prodotto specifico.
I difetti principali del narrowcasting si presentato nelle piccole applicazioni, il rischio è quello di adeguarsi a un pubblico troppo ristretto, di non riuscire a fare il salto di qualità che si spera causi una pubblicità o, più genericamente un canale comunicativo. Inoltre il lettore attivo può, con le sue richieste, sviare quello che è il progetto iniziale dell’autore, costringendolo a occuparsi di aspetti che non condivide a pieno o su cui non vuole porre l’attenzione.
Se da un lato il Narrowcasting rappresenta una forma di comunicazione specifica, dall’altro il Broadcasting rappresenta una forma di comunicazione che ha come obbiettivo raggiungere quante più persone possibili, l’attenzione si sposta dunque dalla tipologia di pubblico al valore di audience.
Tipico del Broadcasting è la comunicazione che avviene attraverso i canali Televisivi classici o giornali quotidiani.
In entrambi i casi vengono presentati programmi, servizi e articoli di genere vario, atti ad attrarre tutto il pubblico. L’offerta presentata è maggiore e di conseguenza lo è anche l’audience, tuttavia a ciò corrisponde un pubblico poco specializzato. Se da un lato chi sceglie questa comunicazione sa che va incontro a una crescita di fama, in quanto si presenta al grande pubblico, dall’altro ha il rischio di riscuotere scarso successo, in quanto un pubblico poco specializzato può snaturare il messaggio che si vuole far passare.
A livello pubblicitario, l’idea di Broadcasting è colta in pieno dalle pubblicità televisive o sulle app per telefoni, che intervallano la proiezione di programmi o l’uso di app gratuite, per mostrare contenuti che difficilmente interessano effettivamente colui che le vede. A livello pubblicitario paradossalmente in alcuni casi nonostante l’elevata audience il Broadcasting presenta risultati inferiori rispetto a politiche di Narrowcasting.
Dalla definizione di Broadcasting in ambito pubblicitario e comunicativo ne deriva che il lettore/spettatore è passivo, ossia assimila passivamente notizie di cui è interessato o meno, e non vi si crea un dialogo tra colui che pubblica e colui che legge/osserva.
A livello tecnico il segnale è mandato da un singolo trasmettitore (ad esempio una radio) e raggiunge tutti gli utenti posti ad una certa distanza. La copertura è lo spazio in cui è possibile prendere tale segnale, per questo motivo il Broadcasting è una tipologia di comunicazione anche nota come one to many espressione Inglese che tradotta significa “una persona a tanti”, infatti da un lato vi è colui che presenta un’informazione, dall’altra una platea che ascolta.
Esempio lampante di social network che utilizza la comunicazione Broadcast è Whatsapp, che dal 2017 ha introdotto la possibilità di creare liste broadcast, ossia liste di contatti (tetto massimo a 256) a cui mandare istantaneamente lo stesso messaggio, tale esempio mostra l’applicazione pratica del one to many tipico del Broadcast.
Dall’analisi appena svolta si deduce che le differenze tra Narrowcast e Broadcast sono significative e spaziano in tutte le applicazioni possibili.
l’ambito che meglio rappresenta questa differenza è il marketing.
Al broadcast corrisponde il mass marketing ossia un mercato unidirezionale che sfrutta tutte le possibilità che le pubblicità dei mass media presentano. Il cliente si trova sulla pagina web dell’azienda a seguito di una delle tante e casuali pubblicità che gli vengono proposte, è un cliente occasionale che probabilmente terminato l’acquisto non entrerà più in quella pagina web.
Discorso differente per il Narrowcast, a cui corrisponde il relationship marketing (evoluzione del direct marketing), una tipologia di mercato multi direzionale, l’azienda va incontro alle richieste del cliente, crea un rapporto con un cliente specializzato, in modo tale da permettere anche in futuro una serie di acquisti.
Come visto anche in ambito giornalistico e televisivo vi sono particolari differenze, lettore passivo nel caso della comunicazione one to many, lettore attivo nel caso della comunicazione one to one.
Quella che sembra essere solo una piccola divisione in realtà muta completamente il concetto di giornalismo, di televisione e, più in generale di comunicazione.
La scelta del target e del tipo di comunicazione è la prima che una testata giornalistica o un ente televisivo affronta, in quanto è la scelta che caratterizza l’ossatura del giornale o del canale televisivo.
L’errore che molti commettono è il generalizzare e soprattutto il voler trovare la forma di comunicazione migliore. A fronte di un investimento e della speranza di successo, è naturale chiedersi quale sia la forma di comunicazione migliore. La risposta purtroppo non esiste, varia da caso a caso. Broadcast e narrowcast si basano su principi opposti, quindi più che chiedersi quale sia la forma di comunicazione migliore, bisogna pensare a quale messaggio e soprattutto a quale target rivolgere il messaggio, questa scelta veicola il tipo di comunicazione da intraprendere.
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