Il marketing è un ramo dell’economia che si occupa dello studio del mercato e di come il mercato stesso e i suoi utilizzatori interagiscono con le aziende. In altre parole, si tratta di un modo evoluto di fare mercato, che unisce la psicologia all’economia. Il marketing si evolve ma è nato quando le aziende hanno compreso che la produzione non doveva più rispondere solo a parametri quantitativi per soddisfare la domanda, ma soprattutto doveva iniziare a mirare a soddisfare le necessità della clientela.
Come detto in precedenza, il marketing si evolve, grazie a nuovi canali, dispositivi e strumenti da utilizzare per intercettare la domanda e scambiare beni e servizi. Proprio grazie a nuovi dispositivi tecnologici è nato il proximity marketing (marketing di prossimità).
Il marketing di prossimità o proximity marketing, è una strategia di marketing geo localizzata, ovvero che aiuta le attività a comunicare promozioni aziendali ad un utenza che è presente in una zona circoscritta. Una strategia di proximity marketing può essere attuata mediante l’uso di dispositivi tecnologici visivi o mobile, che lanciano messaggi pubblicitari agli utenti nelle vicinanze dell’attività e dei dispositivi stessi. Il proximity marketing può essere definita una tecnica di promozione non a target specifico, ovvero essa è incentrata a coprire un area geografica delimitata e non a inviare messaggi ad utenti in target e profilati in precedenza. Praticamente, avendo un dispositivo bluetooth attivo e transitando nella zona coperta dalla promozione, si ricevono offerte dei negozianti che praticano il marketing di prossimità.
La parola “proximity” significa che è presente, attraverso il dispositivo tecnologico, l’approccio diretto dell’azienda con il potenziale cliente. L’interazione serve all’azienda per indurre il cliente, con la pubblicità, a usufruire del servizio o comprare il prodotto.
Il proximity marketing può essere fatto attraverso il digital signage, che sta a significare “segnaletica digitale”. Questa forma di pubblicità si avvale ad esempio di poster digitali al di fuori o all’interno di un negozio o spazio pubblico, che mostrano nei propri schermi le pubblicità di attività locali poste nelle vicinanze. Grazie al digital signage l’azienda che si promuove ha la possibilità di mostrare il proprio messaggio pubblicitario in orari specifici e può modificare abbastanza rapidamente il tipo di messaggio promozionale. Questa forma di marketing di prossimità, viene molto utilizzata dalle attività commerciali, tabaccherie, pasticcerie, bar, negozi di abbigliamento e agenzie di servizi situate nella stessa zona dove vengono proiettati i messaggi pubblicitari. Ma è spesso utilizzata anche per diffondere il messaggio in zone più distanti, dove magari un’attività vuole aprire o promuovere una nuova sede, o semplicemente conquistare una fetta di mercato più ampia. Con questa forma di marketing di prossimità, le imprese possono trasmettere messaggi informativi, commerciali, ma anche per influenzare il comportamento del consumatore o creare una maggiore riconoscibilità del marchio. Quasi dappertutto, facendo una passeggiata, possiamo ormai ammirare un dispositivo che mostra delle pubblicità. E’ quindi un fenomeno molto diffuso.
Questo metodo di proximity marketing è simile al precedente, solo che al posto di schermi o videoposter posti nelle altre attività commerciali o luoghi pubblici, il Mobile signage sfrutta come display per mostrare i messaggi promozionali i display degli smartphone. Questa forma di marketing di prossimità può essere considerata più potente della precedente, in quanto le aziende grazie alle piattaforme di prossimità, come il GPS, il Bluetooth e simili,hanno la possibilità di conoscere più a fondo le abitudini e gli interessi del cliente, nei posti in cui si reca.
Questo sistema si è dimostrato meno redditizio per la predisposizione delle persone di tenerlo scollegato sui propri dispositivi e accenderlo solo in caso di necessità. Il problema del Bluetooth utilizzato come marketing di prossimità, è anche di natura tecnica. Infatti il server deve ricercare i dispositivi in transito nelle vicinanze dell’apparato, il dispositivo deve rispondere comunicando il proprio stato (attivo, disattivo, occupato etc), il server deve inviare il messaggio, e richiedere la disponibilità allo smartphone di mettersi in contatto, il consumatore deve accettare la ricezione del messaggio e cliccare il tasto accetta. Una volta che il consumatore accetta di ricevere il messaggio pubblicitario, deve scaricarlo sul proprio dispositivo per visualizzarlo. In praticatrasmettere messaggi pubblicitari attraverso la piattaforma Bluetooth sembra essere una forma di proximity marketing troppo laboriosa.
Questa piattaforma ha risolto in parte i problemi di laboriosità del bluetooth, ma anch’essa si è dimostrata meno remunerativa di altre piattaforme per il marketing di prossimità. Infatti se da un lato ha reso meno laborioso il processo di collegamento tra uno smartphone e l’apparato grazie al protocollo di trasferimento dati Bluetooth Low Energy (BLE), che consente a un access-point iBeacon di collegarsi automaticamente ad un iPhone nelle vicinanze; dall’altro c’è sempre bisogno che il dispositivo sia collegato ed abbia installata l’APP.
Rfid è l’acronimo di Radio-Frequency IDentification, ossia identificazione a radiofrequenza. I tag rfid sono dei chip posti su prodotti e vengono usati per monitorare la posizione, la presenza o lo spostamento degli stessi all’interno di un negozio o magazzino (molto utilizzati nella logistica). Questo sistema offre una grande possibilità di migliorare l’esperienza utente all’interno di locali commerciali. Questi chip rfid, comunicano con il dispositivo mobile rilevando ogni spostamento di un prodotto e comunicando la presenza di altri prodotti (magari in offerta), posti proprio in quello scaffale. Attraverso tale tecnologia i negozianti o anche i produttori del prodotto, possono ricevere informazioni specifiche sulle vendite, addirittura la banca può ricevere una notifica con l’importo da pagare. Proprio in questi giorni, si è diffusa la notizia del primo Amazon go, un negozio dotato di un sistema di telecamere e intelligenza artificiale che semba aver dato il via per il prepensionamento delle cassiere. In molti si son chiesti come mai sia stato messo in piedi un sistema tanto tecnologico e perchè Amazon non ha sfruttato gli RFID per creare questo innovativo negozio a metà strada tra online e offline.
In effetti non si sa se la tecnologia “Just Walk Out” di Amazon davvero non usi gli RFID. Sono stati depositati dei brevetti da Amazon nel 2014 sull’rfid dove si descrive un sistema che utilizza l’RFID per rilevare quando un acquirente ha preso un oggetto dallo scaffale, ma la stessa società ha dichiarato ufficialmente che Amazon go non usa i tag RFID. Molto più probabile che Amazon abbia integrato nel sistema Just Walk Out anche gli RFID, ma da soli non siano bastati a creare questo capolavoro di innovazione tutta a vantaggio del consumatore.
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